Paolo Rebulla
Dipartimento di Medicina Trasfusionale ed Ematologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Transfusion Medicine Network 2021; 1-3 (Pubblicato giugno 2021)
Paolo Rebulla
Dipartimento di Medicina Trasfusionale ed Ematologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Transfusion Medicine Network 2021; 1-3 (Pubblicato giugno 2021)
Si definisce refrattarietà alla trasfusione di piastrine la mancanza di un incremento adeguato del conteggio piastrinico del paziente dopo la trasfusione. Questa complicanza trasfusionale è causata prevalentemente da fattori detrimentali clinici (febbre, sepsi, infiammazione) e, in meno del 10% dei casi, da fattori immunologici (alloimmunizzazione anti-HLA e, con minore frequenza, anti-HPA). La correzione della refrattarietà da cause non immunologiche presenta numerose difficoltà perché i fattori detrimentali clinici sono legati a condizioni del paziente difficilmente modificabili. E’ possibile invece intervenire con efficacia nei casi di refrattarietà immunologica selezionando piastrine compatibili per i pazienti alloimmunizzati mediante tipizzazione HLA (o HPA) dei pazienti e dei donatori di piastrine o utilizzando procedure di cross-matching. L’uso combinato di queste strategie, che offre le migliori possibilità di successo del supporto trasfusionale, richiede adeguate competenze, risorse umane e strumentali e una stretta collaborazione fra il centro trasfusionale e i reparti clinici.