Bruno Fattizzo
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Università degli Studi di Milano, Italia
Transfusion Medicine Network 2021; 1-4 (Pubblicato maggio 2021)
Bruno Fattizzo
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e Università degli Studi di Milano, Italia
Transfusion Medicine Network 2021; 1-4 (Pubblicato maggio 2021)
Nell’anemia emolitica autoimmune (AEA) in fase acuta, in caso di anemia grave/molto grave, l’unico provvedimento che permette di tamponare l’anemia nel giro di poche ore è la trasfusione, indicata nei pazienti con Hb<7g/dl e in base a comorbidità e sintomaticità. Sebbene circa 1/3 dei casi non presenti un aumento dei valori di Hb post-trasfusionali, le reazioni emolitiche trasfusionali sono rare e sovrastimate come dimostrato in diversi studi. Inoltre, un’attenta selezione degli emocomponenti permetterà di prevenire l’alloimmunizzazione. Il compenso midollare nelle AEA è fondamentale e risulta inadeguato in oltre 1/3 dei casi. In questi pazienti, l'utilizzo di eritropoietina ricombinante può aumentare i valori di Hb nel 70% dei casi risparmiando trasfusioni. Tali terapie, unitamente a supplementazione vitaminica/marziale, protezione dalle basse temperature per le forme fredde e profilassi delle complicanze, permettono di massimizzare la risposta ai vecchi e nuovi farmaci per l’AEA.