Paolo Rebulla
Dipartimento di Medicina Trasfusionale ed Ematologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Transfusion Medicine Network 2021; 1-3 (Pubblicato luglio 2022)
La 20a edizione della Guida alla Preparazione, Uso e Assicurazione Qualità degli Emocomponenti, (EDQM, 2020), indica che le piastrine devono essere conservate a 20-24 °C, in costante agitazione. Questa perentoria prescrizione si basa su alcuni decenni di consolidata pratica clinica applicata prevalentemente alla profilassi delle emorragie nei pazienti oncoematologici, che ne ha dimostrato la validità per questa indicazione e questa categoria di pazienti in quanto consente una prolungata sopravvivenza in circolo delle piastrine trasfuse. Tuttavia, questo ‘must’ è stato rimesso in discussione dalla necessità di ridurre il rischio di proliferazione batterica nelle piastrine conservate a temperatura ambiente e da recenti studi clinici eseguiti con piastrine conservate a 4 °C e trasfuse a pazienti in corso di emorragia acuta e trasfusione massiva. In questi casi non è molto importante preservare per alcuni giorni la sopravvivenza in circolo delle piastrine trasfuse, quanto assicurarne una pronta reattività, condizione promossa dall’esposizione al ‘freddo’ (cold platelet storage). Queste nuove osservazioni, corroborate da sofisticate indagini di laboratorio, porteranno verosimilmente ad una revisione delle condizioni di conservazione delle piastrine e delle indicazioni trasfusionali a scopo profilattico o terapeutico.